sabato 12 luglio 2008

CASA CLIMA

Ti sei mai chiesto perché chiamiamo “focolare” la casa in cui viviamo? Anticamente, il focolare era il fuoco che si teneva acceso per cucinare e riscaldarsi. Dato che era tanto importante e si associava al calore domestico, finì per essere chiamato focolare tutto lo spazio familiare, dove noi esseri umani ci sentiamo protetti e a nostro agio.

CHE COS’È L’ABITAZIONE?

Lo spazio dove svolgiamo le attività più personali, come dormire o lavarsi, si chiama abitazione. Nella nostra vita, e nel corso della giornata, occupiamo edifici diversi, come la scuola, l’ufficio o la palestra. Ma condividiamo con la nostra famiglia la stessa abitazione, cioè la casa dove fissiamo la nostra residenza.

Le abitazioni possono essere multifamiliari o unifamiliari. Quelle collettive o multifamiliari sono grandi edifici divisi in piani che, a loro volta, comprendono vari appartamenti. Quelle unifamiliari sono piccole case dove risiede una sola famiglia: possono essere edifici isolati, in mezzo a un terreno privato, detto appezzamento, o parte di un edificio lineare, chiamato “casa a schiera”, dove ogni abitazione, o villetta a schiera, è addossata alla successiva.

LE ABITAZIONI ANTICHE

Le prime abitazioni furono grotte o caverne abitabili, chiamate abitazioni rupestri, che potevano essere cavità naturali o scavate nella roccia dagli uomini. In altre regioni, si cominciò a costruire piccole capanne primitive, con tetti e recinzioni di foglie intrecciate. Nonostante non si siano conservati resti, queste capanne possono essere considerate l’origine dell’architettura.

Nelle prime civiltà dell’antica Mesopotamia, dell’Egitto e dell’area mediterranea, si affermò un prototipo di abitazione chiamata casa-cortile. La caratteristica saliente era questa: le stanze si affacciavano su un cortile interno, protetto dall’esposizione diretta al sole. Invece, le mura esterne dell’abitazione erano chiuse dal lato della strada, affinché la vita privata fosse al sicuro dagli sguardi indiscreti e dal rumore della città.

Della casa-cortile si possono trovare testimonianze, con alcune differenze rispetto a quelle mediterranee, anche nell’antica Cina o nelle civiltà precolombiane dell’America (quelle civiltà che si svilupparono prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo).

Nell’antica Roma, questo tipo di abitazione con il cortile interno raggiunse la perfezione architettonica. La facciata della casa che dava sulla strada fu sostituita da piccoli negozi, o tabernae, aperti al pubblico. Un primo cortile, chiamato atrio, era circondato da un porticato aperto, poggiato su colonne, il quale dava accesso alle stanze. Nel centro dell’atrio c’era una bacino, l’impluvium, dove si raccoglieva l’acqua piovana.

In fondo all’atrio, il tablinum (simile al nostro salotto) e il triclinium (la sala da pranzo) si affacciavano sul giardino posteriore, chiamato solitamente peristilio e circondato da colonne. Nelle grandi città dell’impero, i romani costruirono anche abitazioni a più piani, denominate insulae, con piccoli appartamenti e stanze da affitto ai piani superiori.

LE ABITAZIONE MODERNE

All’inizio dell’Ottocento, con la rivoluzione industriale, grandi masse di lavoratori si concentrarono nelle città industriali. Le conseguenze furono l’ammassamento (nella stessa stanza dormiva tutta la famiglia, con tanti figli di età molto diversa) e la mancanza di igiene, che causavano continue epidemie. Progressivamente, il problema dell’abitazione si fece insostenibile, fino a che si proposero soluzioni politiche diverse, dalla costruzione di abitazioni da parte del padrone della fabbrica, fino alle cooperative socialiste.

All’inizio del Novecento si definirono le condizioni minime necessarie di una abitazione degna. Per cominciare, si pensò alla superficie (espressa in metri quadri) di abitazione per abitante, ovvero l’indice di ammassamento. Si ritiene che questo può essere ridotto al massimo a 12: vale a dire, una famiglia di 5 persone dovrebbe disporre, per lo meno, di una casa di 60 metri quadri (12 × 5 = 60).

Per risolvere i problemi igienici, si ritennero necessari l’aerazione e l’esposizione al sole. L’aerazione è assicurata quando le finestre si trovano su lati opposti, in modo che, aprendole, si generi una corrente d’aria pulita e si cambi l’aria viziata. Per avere una buona esposizione al sole, bisogna costruire l’abitazione posizionandola adeguatamente, e allo stesso tempo bisogna aprire ampie finestre che lascino entrare la luce del sole. Per questo motivo, furono importanti i progressi tecnologici, che permisero di fabbricare vetrate di grandi dimensioni e a basso costo.

Tuttavia, la più grande differenza tra le nostre abitazioni moderne e quelle antiche sono gli impianti tecnici. L’idraulica ha permesso l’introduzione di acqua potabile, fredda e calda, con la quale possiamo bere, lavarci, fare il bucato e pulire le stoviglie; il riscaldamento e i condizionatori d’aria hanno reso possibile il controllo della temperatura; l’elettricità facilita l’illuminazione notturna e permette il collegamento degli elettrodomestici; il telefono e altri impianti di telecomunicazione aprono il nostro “focolare” al mondo esterno.

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